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Garanti privacy mondiali: la protezione dati si applica pienamente all’IA

Alla 47° edizione della Global Privacy Assembly presente anche l’Autorità italiana

L’intelligenza artificiale e le sue implicazioni per la tutela dei diritti e la protezione dei dati personali sono stati al centro dei lavori della 47° edizione della Global Privacy Assembly (GPA), che si svolta dal 15 al 19 settembre a Seoul. I lavori, ospitati dalla Personal Information Protection Commission della Corea del Sud, si sono articolati in sessioni aperte al pubblico, dedicate ai temi più attuali del dibattito, sessioni a porte chiuse riservate alle Autorità di protezione dati per il confronto regolatorio e l’adozione delle risoluzioni, e in eventi paralleli che hanno approfondito questioni emergenti.

Alla GPA 2025, che riunisce oltre 140 Autorità e agenzie di protezione dati e privacy a livello mondiale, ha partecipato anche una delegazione del Garante italiano, composta dalla Vice Presidente Ginevra Cerrina Feroni, e dai componenti del Collegio, Agostino Ghiglia e Guido Scorza.

I lavori si sono conclusi con l’approvazione di tre risoluzioni. La prima, che ha avuto co-sponsor il Garante italiano, affronta i rischi legati all’uso dei dati personali per l’addestramento dei modelli di IA.

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Trasparenza siti, il Garante privacy sanziona un Comune

Pubblicati in chiaro i dati personali riguardanti oltre 1.400 richieste di accesso agli atti

Il Garante privacy ha inflitto una sanzione di 12mila euro a un Comune per aver pubblicato online, i dati personali di centinaia di cittadini, in modo illecito. Le informazioni erano contenute nei registri delle richieste di accesso civico e documentale, caricati nella sezione Amministrazione trasparente del sito istituzionale e rimasti consultabili almeno fino ad aprile 2024.

Nei documenti – relativi a 1.455 istanze presentate tra il 2017 e settembre 2023 – comparivano nomi e cognomi dei mittenti e dei destinatari, numeri di protocollo, oggetto e descrizione delle istanze. In alcuni casi erano riportati i nominativi di proprietari di immobili o di intestatari di pratiche edilizie; in uno addirittura si potevano dedurre informazioni sullo stato di salute di un cittadino.

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PA e obblighi di trasparenza online, il Garante privacy chiede maggiori tutele

Il Garante privacy ha dato parere favorevole ad Anac su altri 6 schemi standard di pubblicazione che le Pubbliche amministrazioni devono seguire per rispettare gli obblighi di trasparenza online. Gli schemi, previsti dal decreto trasparenza (d. lgs. n. 33/2013), tengono conto delle diverse osservazioni formulate dall’Ufficio, affinché la diffusione delle informazioni avvenga nel rispetto del diritto alla protezione dei dati personali degli interessati.

In conformità con la disciplina europea e nazionale in materia, ed evitando così possibili conseguenze sanzionatorie, le Pa dovranno limitarsi a pubblicare nella sezione “amministrazione trasparente” dei rispettivi siti web solo dati previsti dalla normativa vigente nel rispetto dei principi di necessità e proporzionalità. Ad esempio, non potrà essere indicato il grado di parentela dei familiari dei titolari di incarichi politici, di amministrazione, di direzione o di governo, che non abbiano prestato consenso alla pubblicazione dei propri dati reddituali e patrimoniali.

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Diritto di accesso, il Garante privacy sanziona una banca per 100mila euro

Cliente può accedere ai propri dati contenuti nelle registrazioni degli ordini telefonici.

Il Garante privacy ha comminato una sanzione di 100mila euro a una banca per non aver risposto in modo esaustivo a un cliente che aveva fatto richiesta di accesso ai propri dati personali contenuti nelle conversazioni telefoniche.

Il cliente, vittima di una frode, si era rivolto alla banca per ottenere le registrazioni delle chiamate intercorse con il servizio clienti, utili per contestare l’esecuzione di un bonifico di circa 10mila euro e ricostruire quanto accaduto. Non avendo ricevuto una risposta soddisfacente, ha presentato un reclamo all’Autorità.

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Garante privacy: dossier sanitario accessibile solo per ragioni di cura

Sanzionati un ospedale e una clinica privata

Il Garante privacy sanziona con 80mila euro un’Azienda Ospedaliero-Universitaria per non aver configurato correttamente il dossier sanitario. Il provvedimento nasce da un accertamento ispettivo dell’Autorità presso l’Ospedale, per verificare il rispetto della normativa privacy nei trattamenti effettuati mediante il dossier sanitario.

Dagli accertamenti è emerso che l’Azienda utilizzava due applicativi relativi rispettivamente alla cartella ambulatoriale e a quella di ricovero, attraverso i quali, tutto il personale sanitario poteva effettuare ricerche sulla storia clinica dei pazienti anche nel caso in cui non fosse coinvolto nel loro percorso di cura. I sistemi utilizzati dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria non prevedevano infatti l’utilizzo di adeguate misure di profilazione degli accessi né misure di sicurezza come l’utilizzo di alert o il tracciamento delle operazioni effettuate sugli applicativi, in appositi file di log. Inoltre, i pazienti non erano a conoscenza dell’esistenza dei trattamenti effettuati attraverso il dossier e dunque impossibilitati a prestare o negare il proprio consenso al proprio dossier o a decidere se oscurare alcune informazioni come quelle soggette a maggior tutela.

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